giovedì 8 maggio 2014

SULLE ROTTE D'ASPROMONTE

Immagini a cura di Roland Panduri - MTB Explorer Locri - Siderno


 



80 KM di cammino in “MTB” per un dislivello di circa 2800 metri nel cuore dell’Aspromonte. Terra la cui asprezza è pienamente evocata fin dal nome, quasi ad avvisare l’incauto viaggiatore. I toponimi sono quelli che hanno reso famosi questi luoghi e li hanno agghindati di leggenda: il Monte Scapparrone, i Piani di Bova, le Caldaie del latte, la Rocca del Drago, Africo vecchio, Monte Iofri, il torrente Aposcipo ecc. ecc. Luoghi simbolo della lotta spropositata per la sopravvivenza e l’adattamento dell’uomo contro la natura. O meglio, dell’uomo nella natura. In questi posti i singoli passaggi, i sentieri più impervi, al limite della percorribilità, raccontano l’eroismo, la fatica degli umili, la sofferenza, a volte, la miseria del pane amaro e degli episodi catastrofici che hanno cambiano il corso degli eventi. C’è, di conseguenza, dell’eroismo (gratuito) o della follia nel voler affrontare questi luoghi portandosi dietro una bici. O forse in fin dei conti né l’uno né l’altro, ma semplicemente un desiderio di perdersi all’interno di un paesaggio senza tempo e, pagando pegno alla fatica, dissolversi in esso. L’immagine più evocativa ed affascinante che viene in mente è forse quella dell’Astolfo, del leggendario viaggiatore narrato Da Ariosto, che giunge fin sulla luna per ritrovar la ragion perduta di Orlando. Sulla luna, in questo spazio irraggiungibile, e non altrove, perché lì risiede tutto ciò che sulla terra s’è perduto. Questo viaggio lungo le rotte dell’Aspromonte ci piace allora immaginarlo come qualcosa di analogo, come un tentativo di ritrovare ciò che si è smarrito vale a dire l’Anima dei Luoghi. Sentimento, percezione o dimensione sublimata che nasce nello scambio tra l’essere ed il mondo circostante. Ma c’è bisogno di uomini o donne perché il senso, la ragione torni al suo posto. Quegli uomini e quelle donne che in un tiepida giornata di aprile si sono incontrati per condividere un viaggio attraversando irte montagne, boschi e fiumi per poi dirsi addio, o semplicemente arrivederci, al calar del sole. Ognuno diretto verso la propria casa, il proprio mondo, la propria terra; nell’attesa di un nuovo viaggio e di una nuova luna o Aspromonte da raggiungere.
Antonio Tallarico

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